giovedì 30 maggio 2013

Frattini Nomos



Nomos, design Castiglia associati, è un miscelatore touch screen unico sul mercato, sia per la cucina sia per il bagno, frutto di 3 anni di incessante ricerca nel campo dell'elettronica. 
Nomos è una linea di miscelatori completa composta dalle versioni lavabo e bidet e dall'esclusivo gruppo vasca e doccia, quest'ultimo dotato di due getti laterali, display elettronico, doccetta con supporto e flessibile. La gestione viene effettuata tramite uno schermo touch screen di facile lettura corredato di semplici icone grafiche in un'interfaccia intuitiva ed accattivante.
Il display, tecnologicamente avanzato, permette di regolare con precisione le varie funzioni acqua semplificando incredibilmente l'interazione tra utente e schermo, in particolar modo nel momento della doccia.
Il controllo elettronico di Nomos monitora in tempo reale i consumi idrici ed energetici e storicizza quelli passati, assicurando un comfort senza sprechi che si tramuta in risultati ecologici ed economici immediati e rilevanti. 
Harmonia, appartenenti a FIMA Aqua Code la divisione che propone prodotti che si distinguono per design e innovazione, si fanno interpreti di un nuovo linguaggio in un'alchimia di innovazione, emozione e tecnologia con il miglior rapporto qualità-prezzo. Forme geometriche essenziali nelle linee ma generose nelle dimensioni danno vita a flussi d'acqua in grado di generare emozioni: vere e proprie oasi di idroterapia, tutte italiane, per fare dell'acqua un'esperienza totalizzante.



(Dal sito http://designandstyle.blogosfere.it)

Parquet ecologici

Quando l'estetica va incontro al benessere della persona e dell'ambiente, i sostenitori del verde, amanti del parquet, non devono necessariamente rinunciare al pavimento in legno in casa. Con un po' di attenzione alla scelta dei materiali (soprattutto delle colle) e alle certificazioni (quelle europee, in Europa), si possono mantenere tutti i vantaggi del suo utilizzo, nonché i comfort che solo il legno, come materiale da costruzione, può rendere. Il legno è il materiale naturale per eccellenza, ottimo isolante capace di proteggere gli ambienti dal freddo, per questo viene spesso utilizzato per costruire i famosi chalet di montagna; difende dall'umidità e regala un'ambiente salubre e povero di polveri. Se il legno proviene da foreste gestite in modo ecosostenibile, possiamo parlare dell'unico materiale da costruzione interamente rinnovabile, riciclabile e biodegradabile.
Riguardo alle certificazioni cui l'acquirente deve fare attenzione, vengono in rilievo i marchi di garanzia ecologica Ecolabel: i legni di provenienza europea, devono recare il certificato FSC (Forest Stewardship Council) o il certificato PEFC (Programme for the Endorsement of Forest Certification), i quali attestano il ridotto impatto ambientale del prodotto finale riguardo all'intero ciclo di vita e la provenienza da foreste gestite consapevolmente; diffidate quindi delle c.d. "autocertificazioni". Dal 1° marzo 2010 inoltre, solo i parquet a marchio conformità europea possono entrare in commercio nel nostro mercato, tale garanzia assicura che siano rispettati i requisiti prescritti dalla normativa in tema di rilascio di formaldeide, emissione di pentaclorofenolo e resistenza al fuoco. Ottima alternativa ai pavimenti tradizionali è altrimenti il parquet di bambu, che non esaurisce le riserve terrestri: questa pianta non da problemi di rimboschimento in quanto è capace di rigenerarsi in soli 3 anni, anch'essa mantiene il calore ed i pavimenti così realizzati hanno prezzi competitivi sul mercato. 
La provenienza è l'elemento essenziale da ricercare per assicurarsi che il legno non arrivi fino a noi da luoghi dove viene messa in atto un vera strage delle foreste: fu il caso del Camerun, nel 2010, quando ettari di foresta pluviale vennero rasi al suolo proprio per l'esportazione di legno da parquet; anche Indonesia e Papua Nuova Guinea sono provenienze a rischio come sottolineato nel rapporto di Greenpeace "L'ultimo Parquet". Qui il saccheggio riguarda il "Merbau", un legno recentemente divenuto di moda per la produzione di parquet di lusso. Sempre Greenpeace ha aggiornato la sua green list dei produttori "sicuri"

(Dal sito: www.greenenergyjournal.it)

sabato 11 maggio 2013

Ceramica Made in Italy e Parlamento Europeo

Il Parlamento Europeo, istituzione i cui membri sono eletti direttamente dall’Europa dei Popoli, ha approvato a larga maggioranza una risoluzione comune presentata da cinque gruppi parlamentari a favore del reinserimento nell’agenda della Commissione Europea del dossier sul ‘made in’, relativo all’obbligatorietà dell’indicazione dell’origine della merce introdotta sul mercato comunitario.
Confindustria Ceramica rimarca con forza l’importanza di un provvedimento che punta ad allineare l’Europa ai principali competitori economici mondiali, quali Stati Uniti, Cina, Arabia Saudita, Brasile, Giappone solo per citarne alcuni. Una norma che, peraltro, consentirebbe al consumatore europeo di operare scelte di consumo consapevoli, grazie alla conoscenza dell’origine delle merci, un fattore sicuramente significativo ed importante nella decisione d’acquisto.
Un provvedimento particolarmente importante soprattutto per quelle produzioni fortemente caratterizzate made in Italy, come lo è la ceramica italiana, che sconta anche in Europa, tra gli altri, fenomeni di’ ‘Italian sounding’: l’acquisto di prodotti il cui naming echeggia all’Italia, ma che vengono invece realizzati da produttori di altri Paesi. I prodotti realizzati nel Mercato Comune, che devono adottare elevatissimi standard ambientali e di sicurezza sul lavoro imposti dall’Europa, si scontrano con una incredibilmente incerta legislazione dell’origine della merce della stessa Europa, che richiederebbe invece una necessaria coerenza. Auspichiamo che la reiterata, ampia e chiarissima volontà espressa dal Parlamento Europeo venga recepita dalla Commissione e dal Consiglio Europeo e possa trasformarsi, nel più breve tempo possibile, in un provvedimento legislativo a valore su scala europea. Un indispensabile norma che, avente forza di legge in Europa, potrebbe ulteriormente rafforzare il ‘Ceramics of Italy’, marchio che l’intera industria ceramica italiana riserva ai soli prodotti realizzati sul suolo nazionale.

venerdì 10 maggio 2013

Del Conca Zelo5




Le piastrelle in ceramica Del Conca compiono un altro passo importante nell’evoluzione dei prodotti proposti. “Zelo5” è la nuova piastrella ultraleggera e ultrasottile presentata in anteprima mondiale da Del Conca al Cersaie di Bologna. Il fatto di poterle posare direttamente sopra le vecchie piastrelle (in virtù dell’esiguo spessore di soli 5 mm.) rende le piastrelle in ceramica “Zelo5” la scelta ideale per il mercato delle ristrutturazioni. La Serie ZELO è disponibile in seri diversi formati con due finiture superficiali (liscia e antisdruciolo), quattro colori (avorio, sabbia dorata, grigio chiaro, antracite) e due spessori, 5 e 10 mm., da impiegare a seconda della destinazione.

venerdì 3 maggio 2013

La posa delle ceramiche

La riuscita di un pavimento è dovuta non solo alla qualità delle piastrelle, ma a tutto un insieme di elementi (sottofondo, strato legante, giunti di dilatazione, piastrelle, ecc.) che costituiscono un vero e proprio sistema. Ecco perché le operazioni di posa sono da considerarsi importanti tanto quanto la scelta delle piastrelle.
In questa fase entra in gioco la capacità di saper combinare estetica e tecnica, progetto e realizzazione, richiesta e risultato.
Arredatori e architetti, ma anche gli stessi posatori e consumatori, devono quindi elaborare un progetto che, oltre alle indicazioni estetico-visive, contenga le regole da seguire durante l'installazione; regole che variano in funzione dell'aspetto che si vuole conferire al pavimento o alla parete.
È compito del progettista stabilire, in funzione della struttura e della destinazione d’uso del piano di calpestio, il corretto modo di applicazione delle piastrelle.
Le scelte cromatiche e gli schemi di posa per la realizzazione di un pavimento o di un rivestimento devono tener conto di vari fattori tra i quali la dimensione dell'ambiente (altezza, illuminazione naturale o artificiale) oltre allo stile ed allo schema di posa che saranno realizzati. 
Il risultato finale può dunque variare in base ad alcuni effetti ottici, guidati dai colori e dagli schemi di posa , a cui è soggetto l'occhio umano.
Per esempio, spazi di dimensioni identiche sembrano diversi a seconda di come sono riempiti: il nero e i colori scuri riducono lo spazio in quanto assorbono luce; il bianco e i colori chiari diffondono luce e quindi allargano lo spazio; le righe verticali allungano lo spazio mentre quelle orizzontali lo allargano. Le quadrettature, invece allungano e allargano.
Superfici nere o scure sembrano più piccole di superfici bianche o chiare anche quando hanno dimensioni identiche.
Invece, un pavimento chiaro ed uniforme ingrandisce visivamente una stanza ed è particolarmente indicato per piccoli ambienti.
Tonalità fra loro contrastanti, invece, riducono le dimensioni dell’ambiente percepite. Una combinazione contrastante tra pavimento e rivestimenti alle pareti riesce a garantire una percezione della stanza più ampia rispetto alle dimensioni reali, soluzione particolarmente indicata per ambienti quali il bagno o i corridoi.
Abilità e professionalità permetteranno di stabilire la giusta ampiezza delle fughe e la tecnica di posa migliore.
La progettazione è una fase preliminare indispensabile alla realizzazione di una superficie correttamente rivestita. Per elaborare un buon progetto è necessario analizzare le caratteristiche della superficie da piastrellare, determinanti per la scelta di una corretta soluzione progettuale, e le tecniche di posa a disposizione:
  • lo stato delle superfici, il cui esame permette di stabilire eventuali trattamenti di pulizia e di scegliere l'adesivo adatto;
  • il comportamento dilatometrico, che può indurre delle tensioni dovute alla dilatazione di alcuni strati;
  • il modulo di elasticità e il dimensionamento, che determinano il comportamento della struttura nelle reali condizioni di carico;
  • la composizione e l'articolazione strutturale, che indica la posizione e la dimensione dei giunti di costruzione (che consentono spostamenti tra parti contigue della struttura);
  • geometria della superficie da rivestire, che può influenzare la scelta delle piastrelle, della loro disposizione e della tecnica di posa
A questa prima fase di valutazione segue un esame incrociato delle proprietà delle piastrelle, dell'ambiente di destinazione e delle caratteristiche del supporto da piastrellare; in base a questo il progettista sarà in grado di stabilire la tecnica di posa da utilizzare, eventuali trattamenti aggiuntivi da eseguire sul supporto e inoltre ampiezza, percorso e orientamento delle fughe.
La realizzazione delle fughe richiede un'attenzione particolare. Da esse dipende il valore estetico tecnico ed economico di una superficie piastrellata, perciò nulla può essere affidato al caso ma è necessario che si stabilisca anche il tipo di materiale di riempimento da utilizzare: pochi millimetri di differenza possono produrre effetti estetici molto diversi e, se riempite con materiale non adatto, potrebbero rovinare l'intero lavoro.
Per i pavimenti posati in combinazione di più formati rettificati è necessaria una fuga di 2 mm e di 4 mm nel caso, invece, di posa in combinazione di materiali rustici non rettificati. Per i rivestimenti posati utilizzando un prodotto rettificato è necessaria una fuga di 2 mm. La posa senza fuga (accostata) è più economica e veloce, ma conferisce ai pavimenti maggiore rigidità e scarsa capacità di assestamento. Negli ultimi anni le migliori aziende hanno prodotto stucchi speciali adatti a colorare e proteggere le fughe.
Qualità e durabilità della superficie piastrellata sono legate alla tecnica di posa impiegata nella sua realizzazione. Le operazioni da eseguire variano in funzione della tecnica utilizzata.
Per il fissaggio al supporto (pavimento, parete, etc...) vengono adottati due metodi:
lo strato di allettamento che attacca le piastrelle al pavimento può essere la
malta cementizia (posa a malta) o collanti appositi (posa a colla).
Nella posa a malta cementizia vengono utilizzate delle miscele di cemento (e/o calce), sabbia e acqua. La malta, applicata in "strato spesso" (3-5 cm), forma uno strato di allettamento dotato di una buona resistenza meccanica, di un'elevata rigidità, di un'adeguata adesività e resistenza al gelo e di una moderata resistenza all'attacco chimico.
La posa a colla, più raffinata e precisa, è anche più costosa, infatti, oltre al costo dei collanti, è necessario preparare sul pavimento uno strato di cemento perfettamente orizzontale detto caldana.

(Dal sito http://www.qualipiastrelle.it/)

How it's made - Ceramic tiles