sabato 22 novembre 2014

Una nuova tecnologia che consente una facilità di posa con piastrelle di grande formato

Abk Group ha presentato "Auto-Leveling" la nuova tecnologia che consente perfetta planarità e facilità di posa anche con le piastrelle di grande formato. Abk, Ariana e Flaviker, i marchi del gruppo, applicano questa innovativa tecnologia al prodotto in fase di pressatura. Il materiale così ottenuto, garantisce l'azienda, è caratterizzato da notevole elasticità e flessibilità per la posa: un minimo grado di convessità garantisce la massima aderenza al massetto. Una volta posata, infatti, la piastrella si autolivella, permettendo di ottenere una planarità sempre perfetta.
"Auto-Leveling" si basa sull'impiego di impasti a base di materie prime per loro natura altamente stabili e resistenti, ma al tempo stesso ad elevata plasticità, unito ad una specifica lavorazione - studiata e sviluppata esclusivamente nei laboratori di ABK . Inoltre, i materiali impiegati nell'impasto sono ecologicamente riconosciuti e, opportunamente dosati e miscelati, conferiscono ai prodotti dei marchi Abk Group le caratteristiche necessarie per conseguire importanti crediti nel sistema di rating Leed. Attualmente questa tecnologia viene applicata a tutti i prodotti del gruppo nei formati 20x170 e 40x170, in particolare alle collezioni Soleras di ABK, Portland 325, Bali e Larix di Ariana e Dakota di Flaviker. 

(Da www.bluerosso.it)

venerdì 28 febbraio 2014

Rivestimenti in ceramica

Le piastrelle di ceramica sono un prodotto che associa all'igiene, alla resistenza e alla facilità di pulizia, un design all'avanguardia. Oggi le piastrelle di ceramica non sono più adatte solo al bagno e alla cucina, ma a tutti gli ambienti della casa grazie a soluzioni sempre nuove, originali e che creano tendenza. Proprio la versatilità del prodotto ceramico e l'adattabilità a tutte le superfici, ne fanno una soluzione di arredo che sta sempre più conquistando nuovi spazi e nuove funzioni abitative, trasformando la piastrella di ceramica da un materiale per l'edilizia a un prodotto di tendenza.

L'infinità varietà delle piastrelle di ceramica si esprime in particolare nei formati, nei colori e nelle tonalità. Grazie alle nuove tecniche di produzione si possono ottenere lastre di qualsiasi spessore edimensione: dal mosaico che misura 0,5x0,5 cm al formato fino ad arrivare a un massimo di 100x300 cm. Tra i formati più interessanti ci sono quelli che derivano dai gres porcellanato effetto legno (che imitano le tavole di parquet) e da cui ne stanno prendendo lentamente le distanze con splendidi effetti come il cemento levigato.


Tra le novità dei colori spiccano le finiture delle superfici che imitano le materie naturali, come pietra e legno grazie anche a rilievi e incisioni. Vi sono poi imitazioni di superfici come ferro ossidato o rame grazie all'utilizzo di inserti o smalti metallici. Ci sono infine proposte originali anche tra le decorazioni: piastrelle con effetti tridimensionali che donano dinamicità e carattere all'ambiente o decori che imitano i tessuti, il cuoio, il cemento o la carta. 
Una delle tendenze è quella delle misure extra-large visto che consentono un rivestimento omogeneo, con meno fughe e senza il tipico effetto tipico della piastrellatura. I grandi formati possono fungere da rivestimento nella realizzazione di boiserie o consentono una soluzione innovativa per il rivestimento del box doccia, realizzabile con l'applicazione di poche lastre.

Le fabbriche di ceramica sono oggi particolarmente attente alla sostenibilità. Infatti le maioliche: costituiscono di per se un materiale in grado di garantire un alto grado di isolamento termico;sono una componente fondamentale delle cosiddette pareti ventilate, sistemi tecnologici di rivestimento degli edifici che consentono importanti risparmi energetici; sono il materiale di rivestimento che garantisce la massima durabilità nel tempo, evitando frequenti ristrutturazioni, con conseguenti risparmi energetici relativi alla filiera produttiva e di istallazione di nuovi materiali; garantiscono il massimo igiene a fronte di una manutenzione estremamente semplice, che non richiede l’uso di materiali chimici e inquinanti; nelle fasi di fine vita dei materiali sono riciclabili e, comunque, classificati come rifiuti inerti, smaltibili in discarica senza pericolo di emissioni nocive per l’ambiente. Oltre alle lastre tradizionali, spesse 8-10 mm, puoi trovare in commercio piastrelle molto sottili,  prodotte con sofisticate tecnologie che riducono l'utilizzo di materie prime, oppure rivestimenti realizzati con vetro riciclato proveniente dagli schermi dei televisori a tubo catodico.

sabato 1 febbraio 2014

Galleria

#ceramichepersia

Come trovarci su Instagram? Tanto per iniziare potete cominciare digitando sulla  barra di ricerca utenti "Ceramiche Persia", aggiungendo "Home Design", tanto per essere sicuri! Ci sono poi i famosi tag che funzionano come delle parole o frasi chiave. La lingua franca è l'inglese anche se noi ne utilizziamo alcune in italiano come #roma, #pavimenti o #casa. Dipendendo dalla frequenza del loro utilizzo queste possono condurre più o meno direttamente a noi. I tag specifici sono i più consigliati: #tiles, #madeinitaly,  #homedesign o #italiandesign. Il metodo più veloce per arrivare a noi è quello di digitare #ceramichepersia. Ogni foto è taggata con il nome della nostra azienda. La maggior parte di queste è tratta dai nostri cataloghi senza filtri di alcun tipo. Ci stiamo comunque organizzando per mostrarvi di più!


giovedì 30 gennaio 2014

L’industria ceramica italiana. Un modello vincente

Un ottimo post trovato su "La Ceramica Italiana" ci racconta  lo sviluppo e la condizione attuale dell'industria ceramica nazionale.

"La presenza di numerose aziende in aree geografiche limitate contraddistingue il settore italiano delle piastrelle di ceramica.

La nascita dei distretti industriali della ceramica – che accanto a quello più grande di Sassuolo-Scandiano, vede la presenza di quelli di Imola-Faenza, Impruneta, Vietri sul mare e del Veneto – fu agevolata dalla contemporanea presenza di diversi fattori, tra i quali la secolare tradizione legata all’utilizzo dell’argilla per la realizzazione di stoviglie e di prodotti da pavimentazione e rivestimento.

A questo si aggiunse che, a partire dall’inizio degli anni Cinquanta, la disponibilità di mano d’opera qualificata e di capitali, uniti a una forte domanda di prodotto, dovuta alla ricostruzione post-bellica e alla nascita delle grandi periferie nel settentrione d’Italia, portarono allo sviluppo e al consolidamento dei distretti così come oggi sono a noi visibili.

La vicinanza delle aziende incentiva l’ipercompetitività, che conduce a un circolo virtuoso: quello dell’offerta di nuovi prodotti e nuove soluzioni d’arredo che a loro volta spingono verso nuovi investimenti e innovazione tecnologica di impianti e prodotti, cosa che consente all’industria italiana delle piastrelle di ceramica di presentare oggi quello che per i concorrenti internazionali è il domani della piastrella.

Tutto ciò è reso possibile dalla natura “integrata” dei distretti emiliano-romagnoli della ceramica (che realizzano il 90% della produzione italiana): accanto ai produttori di piastrelle di ceramica, è presente infatti l’intera platea dei partner-fornitori di materie prime, tecnologie e servizi indispensabili per realizzare il prodotto.


 

Il modello distrettuale italiano è oggetto di numerosi studi e ampiamente imitato all’estero.

Un’analisi particolarmente accurata è stata realizzata dal professor Michael Porter di Harvard che definisce il distretto industriale ceramico italiano come un vero e proprio “cluster”, che deve i propri successi al sistema basato sulla sua complessità interattiva. Secondo Porter, i distretti sono organizzati secondo una struttura a “diamante”, nella quale le diverse componenti interagiscono tra loro: le condizioni naturali, quali la facile reperibilità di mano d’opera qualificata e le infrastrutture esistenti, la propensione all’uso del materiale ceramico, la situazione di cooperazione competitiva tra le aziende, oltre alla presenza di industrie collegate alla produzione di piastrelle in ceramica, costituiscono i fattori competitivi dei successi di questa industria italiana.

Leader nel mondo

Ceramica italiana nel mondo significa leadership assoluta.

Un settore tipico del made in Italy, colonna portante dei materiali dell’Abitare Italiano, la cui fortissima vocazione ai mercati di tutto il mondo vale la leadership del commercio internazionale in valore per il proprio comparto ed una quota di internazionalizzazione produttiva pari al 15% del totale dell’attività. L’industria italiana della ceramica è oggi un settore che conta 273 aziende e 37.058 addetti, in grado di fatturare 6.66 miliardi di euro derivanti per il 75% da esportazioni nei cinque continenti.

L’inconfondibile stile, il gusto e la qualità che caratterizzano le piastrelle di ceramica italiane sono apprezzati in tutto il mondo: il 35% dell’intero ammontare del commercio internazionale porta il marchio made in Italy.
L’Europa è la principale area di destinazione dei prodotti ceramici italiani, e Francia e Germania sono i mercati esteri storici e di maggiori dimensioni della ceramica italiana in questo continente. Importante la presenza dei prodotti italiani anche nelle Americhe, principalmente negli Usa.
Positiva, e in alcuni casi in ulteriore espansione, la presenza italiana nei mercati dell’Europa Centro Orientale, dell’America Latina, a cui si aggiungono prestigiose realizzazioni in Asia, Africa e Australia, a dimostrazione della riconosciuta qualità del prodotto italiano nel mondo.

I 4 settori

Piastrelle di ceramica

Sono 163 le aziende (-9 rispetto al 2010) presenti sul suolo italiano, dove sono occupati 22.189 addetti (-4,98%), che nel corso del 2011 hanno prodotto 399,7 milioni di metri quadrati (+3,17%) tali da consentire di raggiungere vendite per 413,1 milioni di metri quadrati (+0,09%). Divergente è la dinamica dei mercati di destinazione, che registra in Italia un crollo del -7,03% (114,9 milioni nel 2011) a fronte di una crescita del +3,13% nelle esportazioni, ora pari a 298,3 milioni di euro. In espansione in fatturato totale, i cui 4,71 miliardi di euro (+1,86%) derivano per 3,57 miliardi dalle esportazioni (+4,58%) e da 1.146 milioni da vendite sul territorio nazionale (-5.75%).
Significativi sono gli investimenti, in crescita del +10,89% rispetto al 2010, ed ora pari a 248,4 milioni di euro, pari al 5,27% del fatturato annuale.

Supera il muro del miliardo di euro il giro di affari delle aziende industriali localizzate in paesi esteri, ma societariamente riconducibili a gruppi ceramici italiani. A fronte di un numero stabile di aziende (20), gli addetti hanno raggiunto le 7.451 unità (+5,57% rispetto al 2010) per una produzione complessiva – tra nord America ed Europa – di 121,7 milioni di metri quadrati e vendite per 127,3 milioni (+2,3%). Si accentua la caratteristica di internazionalizzazione produttiva destinata a servire il mercato sede dello stabilimento: sono 105,7 i milioni di metri quadrati venduti (+5,43%) nella stessa nazione di produzione, con una quota del totale pari all’83,1%, mentre sono 21,6 milioni di metri quadrati (-10,67%) le esportazioni in paesi terzi.
Il fatturato nel 2011 ha raggiunto 1.045,1 milioni di euro, derivanti da 866,8 milioni da vendite domestiche (+6,27%) e da 178,3 milioni (+2,37%) per le esportazioni.

Ceramica sanitaria

Sono 41 le aziende industriali produttrici di ceramica sanitaria (-2 unità rispetto al 2011), principalmente localizzate nel distretto di Civita Castellana (Viterbo), che occupano 4.196 dipendenti (-4,16%), che hanno prodotto 4,60 milioni di pezzi (-5,61%) e venduto 4,48 milioni di pezzi (-4,47%), usciti dalle fabbriche italiane.
Alla grande difficoltà sul mercato italiano (-12,29%) che ha assorbito lo scorso anno 2,24 milioni di pezzi, fa riscontro una espansione dell’export del +4,84% tale da suddividere i mercati di sbocco Italia – Estero al 50 – 50.
Il fatturato è di 378,2 milioni di euro (-3,31%), derivanti da 159,7 (-11,92%) da vendite sul mercato nazionale e da 218,5 (+4,13%) dalle esportazioni, la cui quota in valore sul fatturato ha raggiunto il 57,8%.

Stoviglieria

Le 12 aziende industriali italiane occupano 993 dipendenti (+7 addetti) per una produzione (e vendite) di 15.400 tonnellate di prodotto finito, in crescita rispettivamente di +11,08% e di un +11,12%. In forte crescita le esportazioni (+31,19%) ora pari a 3.200 tonnellate, mentre prosegue la buona intonazione (+6,77%) delle vendite in Italia grazie a 12.200 tonnellate.
Il fatturato 2011 è pari a 68,5 milioni di euro di cui 52,8 milioni di euro dall’Italia (-0,52%) e per 15,7 milioni di euro di esportazioni (+4,56%).
Si evidenzia che il positivo risultato conseguito dal comparto nel 2011 è stato influenzato da una straordinaria operazione commerciale da parte di un primario attore del settore.

Refrattari

Le 37 aziende attive nella produzione di materiali refrattari presenti sul territorio nazionale occupano 2.229 addetti (+0,59% rispetto al 2010) per una produzione pari 507.500 tonnellate (+1,07%)  e vendite a 525.000 tonnellate (+4,70%). Molto positiva, in questo comparto, è la dinamica delle vendite in Italia, che lo scorso anno ha raggiunto le 346.900 tonnellate (+8,46%), a fronte di una sostanziale stasi (-1,91%) nelle esportazioni (178,1 migliaia di tonnellate).
Quasi prossimo alla doppia cifra (+9,75%) la crescita del fatturato totale, ora pari a 449,1 milioni di euro, derivanti da vendite sul territorio nazionale per 290 milioni di euro (+13,12%) e da 159,1 milioni di esportazioni (+4,12%)."


(Dal sito www.laceramicaitaliana.it)